Conosciamo il Cheratocono: sintomi, cause e soluzioni

Grazie alla moderna chirurgia è possibile intervenire in maniera minimamente invasiva per trattare il cheratocono.

Conosciamo il Cheratocono: sintomi, cause e soluzioni

La moderna chirurgia consente di intervenire in maniera minimamente invasiva

La vista è sfuocata soprattutto guardando lontano. Poi la qualità dell’immagine peggiora e compare la percezione di una sbavatura, di una distorsione, soprattutto di notte, con aloni e visioni oblunghe delle luci. I principali sintomi della patologia del cheratocono sono molto simili a quelli dell’astigmatismo.

Il cheratocono è una malattia degenerativa non infiammatoria della cornea caratterizzata da un progressivo assottigliamento dello stroma centrale e paracentrale e da uno sfiancamento conico del profilo corneale che provocano l’insorgenza di un astigmatismo miopico irregolare.

Spesso colpisce entrambi gli occhi (90%-95% dei casi) ma si manifesta in tempi diversi tanto che inizialmente soltanto un occhio è interessato dalla malattia.

Inizialmente i difetti possono essere correggibili con gli occhiali. Quando la deformazione progredisce si assiste a un incremento dell’astigmatismo e si deve ricorrere a lenti a contatto specifiche, rigide o semirigide.

Le lenti a contatto sono un valido sistema di controllo dello sfiancamento corneale ma devono essere usate sotto continuo monitoraggio da parte dell’oculista.

Per prevenire l’evoluzione, correggere il difetto e curare la patologia oggi gli avanzamenti della tecnica permettono di intervenire in maniera minimamente invasiva.

Gli interventi per la cura del cheratocono.

«Il cross-linking (Cxl) è una terapia innovativa del cheratocono - spiega il dottor Emanuele Scuri di Star 9000 Centro di Chirurgia Laser con sede a Brescia - che utilizza la Riboflavina, nota come Vitamina B2, per creare una reazione chimica all’interno dello stroma corneale. Questa reazione è provocata dalla luce ultravioletta emessa da una lampada appositamente studiata per questo scopo».

La reazione chimica del cross-linking provoca un moltiplicarsi di legami tra le fibre collagene che si trasformano diventando più spesse, più ordinate e più resistenti a stimoli meccanici e chimici. Ciò comporta una stabilizzazione della cornea che ferma lo sfiancamento e previene la degenerazione nella patologia.

La recente ricerca scientifica si è indirizzata verso un’ulteriore efficacia e sicurezza della procedura di cross-linking mediante la iontoforesi, che è in grado di garantire sia un più rapido passaggio che una maggiore uniformità e distribuzione della riboflavina all’interno della cornea senza rimozione dell’epitelio corneale come avviene per la tecnica standard e rende pressoché indolore il post-operatorio.

Il cross-linking non è una tecnica “refrattiva”, ovvero con l’obiettivo di correggere i difetti della vista, anche se alcuni pazienti manifestano, a distanza di pochi mesi, una vista “migliore”. Infatti, in quasi tutti i casi, si assiste anche una lieve regolarizzazione dell’astigmatismo che si traduce con un lieve miglioramento della vista e una lieve riduzione della miopia.

In alternativa o in combinazione al Cross-Liking è possibile impiantare gli anelli intrastromali, Intacs, due piccoli inserti semicircolari che vengono inseriti nella cornea per renderla più sferica e robusta con un conseguente miglioramento della visione.

«Fino a qualche tempo fa la tecnica chirurgica prevedeva l’uso di uno strumento manuale meccanico invasivo. Oggi grazie all’innovazione tecnologica possiamo effettuare l’intervento con il laser a Femtosecondi che garantisce un’operazione molto più rapida, precisa e sicura. L’intervento è ambulatoriale e dura 30 minuti con risultati subito riscontrabili: una vista nitida già nelle primissime ore dopo l’operazione».

La tecnica degli anelli può essere combinata con il cross-linking a distanza di qualche mese con numerosi ed evidenti vantaggi.

Assai raro nell’infanzia, il cheratocono si manifesta in genere nel periodo della pubertà (tra i 12 e i 15 anni), ma sono descritti casi con insorgenza dai 7 anni. La forma è spesso evolutiva fino ai 25-30 anni e tende a stabilizzarsi dopo i 35-40 anni. Studi clinici testimoniano che la progressione del cheratocono prescinde da particolari condizioni cliniche oculari ed è imprevedibile. Per quanto riguarda i principali sintomi iniziali, possono essere analoghi a quelli riscontrati nell’astigmatismo. Il fatto che questa patologia sia presente spesso in più membri della stessa famiglia fa pensare ad un forte ruolo della genetica.

Conosciamo il Cheratocono: sintomi, cause e soluzioni